CINQUE PAROLE CHIAVE
DONO
Negli scambi reciproci di saperi è escluso ogni rapporto
monetario. La moneta che circola è il sapere. Il
valore del sapere è in funzione del bisogno e del
desiderio degli interessati al momento dello scambio.
Il sistema del dono, che non è un sistema di mercato
dove si va a calcolare che cosa si fa e per quanto tempo,
è finalizzato a che l’allievo apprenda ciò
che gli serve sapere.
Il dono arricchisce sia chi offre che chi riceve, però
deve essere reciproco, altrimenti è sempre la stessa
persona che dà e che si arricchisce, mentre chi riceve
resta sempre lo stesso.
Imparare dai libri o da un computer non è lo stesso
che imparare attraverso l’esperienza vissuta di un
altro essere umano. Nessuno è obbligato a dare, chi
riceve non è obbligato a rendere, altrimenti non
è più un dono. Nella rete, dunque, oltre a
dei saperi si scambiano dei doni: i saperi scambiati, quindi,
sono doni.
“Il dono crea valore poichè colui che riceve
non impoverisce colui che dona e il donatore si arricchisce
nel donare” (Michel Serres - Claire Héber Suffrin)
PARITA'
Viviamo in una società che afferma che ogni essere
umano è uguale agli altri, ma in realtà succede
il contrario poiché ci sono sempre quelli che si
sentono più uguali degli altri. Nelle reti di scambi
reciproci di saperi invece si fa esperienza di vera parità
perché principio base delle reti la dimensione essenziale
e vitale dello scambio è la reciprocità, vale
a dire che ciascuno è offerente e richiedente, impara
da qualcuno e insegna a qualcuno, in coppia o in piccolo
gruppo. Fare esperienza di essere, anche se non nello stesso
momento, insegnante e allievo fa sperimentare questo sentirsi
alla pari con l’altro .
La parità allora significa rispetto, rispetto che
nasce quando ci si considera reciprocamente come portatori
di saperi e quindi di ricchezza per l’umanità,
pur nella diversità e individualità di ognuno.
Si matura il rispetto dell’altro quando si riconosce
che tutti i saperi hanno pari valore, perché tutti
i saperi, anche se diversamente utili, sono importanti perché
rispondono a un bisogno. Nelle reti sono molti quelli che
si stupiscono di constatare che quello che credevano un
piccolo sapere ha avuto un grande apprezzamento nell’altro!
La parità è necessaria per imparare, tanto
è vero che da bambini ci era più facile imparare
nuovi concetti quando a spiegarceli era un compagno, ed
era più facile imparare da quella maestra che ci
faceva sentire bravi.
Fare esperienza di essere nei due ruoli di insegnante e
allievo è fondamentale per apprendere: quando insegno
devo prima chiarirmi quello che so, mettere insieme le tessere
del mio sapere in quella materia, quando imparo capisco
quali sono i modi che sono più adatti per imparare.
Da questa esperienza di reciprocità ricavo un sapere
che è fondamentale possedere in questa società
in veloce cambiamento: apprendo come devo fare per imparare
da solo.
SAPERI
I saperi messi in gioco nella rete hanno la stessa dignità
e sono ugualmente importanti tra loro. Non ci sono dunque
piccoli o grandi saperi: tutte le persone di diversi ambiti
sociali, professionali, culturali possono fare delle offerte
e delle domande di saperi, saper fare, esperienze.
Quando oggi si parla dei saperi, si parla quasi sempre di
saperi accademici: quelli della scuola, dei giornali o delle
riviste, della TV. Che in realtà, non sono saperi
ma informazioni. Che sono molto diverse dei saperi che usiamo
nella vita di tutti i giorni per dire, per fare, per agire.
In realtà tutti i nostri saperi hanno una loro ricchezza
e dignità, in quanto partecipano ugualmente alla
costruzione della società umana. Nello scambio reciproco
di saperi non si tratta di acquisire una verità unica,
ma di avvicinare la complessità del reale mettendo
in interazione la propria esperienza e quella degli altri
nella prospettiva dell’avvenire, all’elaborazione
del quale ciascuno ha la sua parte nel presente.
E’ importante che tutti i saperi debbano essere accessibili
a tutte le persone ma ciò non significa che tutti
dobbiamo imparare tutto. Nessun sapere infatti è
immediatamente accessibile a tutti e non ha la stessa utilità
per tutti. Ognuno inoltre ha dei suoi personali modi e ritmi
per imparare. Tuttavia ciascuno possiede dei saperi utili
e interessanti per gli altri e di conseguenza per la società
e può trasmetterli agli altri.
Trasmettere un sapere è comunicarlo, relazionarsi,
aiutando l’altro ad appropriarsene.
“Ciò che è degno di essere insegnato
è ciò che contribuisce alla libertà
e alla pace.” (Philippe Meirieu)
SCAMBIO
Da sempre nelle più diverse attività gli uomini
si sono scambiati parole, idee, oggetti, servizi: gli scambi
tra gli esseri umani sono alla base della convivenza sociale.
Con le moderne tecnologie della comunicazione è possibile
in teoria comunicare con tutti, su ogni argomento, in tutte
le lingue. In pratica però le macchine, per quanto
intelligenti che siano, ci portano a comunicare senza scambiare
in senso umano.
La differenza essenziale è nel fatto che per comunicare,
bisogna pagare. Questa esigenza, che può sembrare
insignificante, condiziona, non solo la comunicazione in
sè, ma i rapporti umani che sono impliciti. Nel senso
che comunicare costa, i messaggi vengono ridotti a quelli
che portano profitto e così discriminiamo le persone.
Le regole degli scambi reciproci in rete si basano sulla
gratuità e il dono: non selezioniamo le persone,
ma ciascuno sceglie il sapere da comunicare o apprendere.
Nella rete possiamo riconoscere che siamo sapienti e ignoranti:
se siamo tutti sapienti e ignoranti possiamo diventare tutti
offerenti e richiedenti di saperi. Nello scambio reciproco
di saperi che offriamo e chiediamo, interessando gli altri,
diventiamo tutti allievi e insegnanti. La messa in relazione
permette che gli scambi avvengano secondo le attese di ciascuno
e i partecipanti costruiscono assieme il loro metodo nel
corso dello scambio.
RETE
La trasmissione dei saperi
tra persone che partecipano ad una rete di scambi reciproci
di saperi richiede un’organizzazione democratica,
ma non burocratica. Tutti i partecipanti sono sullo stesso
livello, in situazione di uguaglianza. Il lavoro di organizzazione
della rete viene svolto secondo il principio che prevede
che ciascuno possa fare delle richieste e delle offerte
di saperi, contribuendo anche alla messa in relazione e
alla mediazione tra offerenti e richiedenti.
La rete è un organismo vivente perché è
formata da esseri umani e il suo cibo sono gli scambi. I
rapporti tra le persone si stabiliscono orizzontalmente
in nodi ugualmente importanti tra loro, dove ciascuno può
dire “io sono interessato laddove sono interessante”.
L’apertura e il funzionamento in rete aumentano nei
partecipanti il campo delle opportunità, aiutano
a vedere, e alle volte lontano, a scoprire degli altri saperi,
a incontrare degli altri offerenti potenziali. Riconoscere
infine che la realtà non si offre più come
catalogo di pacchi postali, ma insieme di rapporti e correlazioni,
implica consapevolezza dei limiti del sapere classico e
porta a pensare il molteplice, i sistemi complessi e i limiti
di ogni vincolo metodologico.
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